Indagando
sulla esperienza spirituale individuale
invece che sulle istituzioni in campo
spirituale, James anticipa di 60
anni la via della spiritualità new age ed è il
precursore del concetto di etica dello sviluppo
personale.
Il
libro trae spunto da una serie di
lezioni tenute nel 1901 all’università di Edimburgo, dallo psicologo di Harvard
William James.
Analizzare
l’ esperienza spirituale da un punto
di vista psicologico sembrò ai
tempi molto innovativo se non
addirittura blasfemo.
Lo
scopo delle lezioni, prima e del libro, dopo, è indagare sul fatto che l’impulso alla spiritualità rimane
una delle funzioni fondamentali dell’essere umano.
Ogni
comportamento della natura umana,
conscio od inconscio, è finalizzato alla sopravvivenza e quindi con essa stessa
deve avere una intima connessione. L’uomo è, individualmente, un animale religioso e James voleva indagare
su quali siano i vantaggi pratici che ci derivano dalla spiritualità , presupponendo
che non la praticheremmo se non portasse dei benefici alla nostra natura umana.
Il
testo, sin dalla sua prima uscita, viene riconosciuto un classico infatti per
lo studioso è irrilevante stabilire se l’esperienza
abbia luogo nel cervello o sia invece un episodio di comunione con Dio: per James l’aspetto essenziale sono
gli effetti positivi o meno della esperienza.
James
postula che per religione non si deve necessaria pensare ad una dottrina basata sulla venerazione di un dio, essa può essere
semplicemente credere che esista un ordine superiore delle cose al quale siamo tenuti ad armonizzarci.
James
osserva che: “ La religione, qualunque
essa sia, è una reazione totale dell’uomo alla vita, e quindi perché non dire
che ogni reazione totale alla vita è una religione ?”
In
questo senso anche l’ateismo può essere considerato una forma di religione, il
fervore con cui certi atei attaccano il cristianesimo è di natura religiosa. Lo
stesso si può dire di svariati atteggiamenti e filosofie di vita. Si adotta una
religione o filosofia di vita per motivi personali e quindi essa ci è in
qualche modo utile. Citando lo psicologo delle religioni James H. Leuba
aggiunge “ Dio non si conosce, non si comprende; Dio si usa”.
Secondo
James la religione è una soluzione ai perenni crucci dell’esistenza umana:
permette alle persone di sentirsi connessa a qualcosa di più, dentro o al di
fuori di se stesse.
La
religione ci dà un quadro di riferimento per fare esperienza delle cose
migliori che credere in qualche cosa ci può offrire.
Dice
James “ Non Dio ma la vita, una vita più grande, più ricca, più soddisfacente:
questo, in ultima analisi, è il fine ultimo della esperienza religiosa”
La
spiritualità riguarda le emozioni, l’immaginazione e l’anima – cose che per un
essere umano sono tutto.
Profilo dell’autore
William
James nasce a New York nel 1842. Per desiderio del padre si scrive ad Harvard dove studia chimica,
anatomia e medicina.
Pur
giungendo tardi alla professione di docente nel 1872 gli viene assegnato
l’insegnamento della anatomia.
Nel
1852 gli viene assegnata la cattedra di filosofia che successivamente cambia
con quella di psicologia. L’opera fondamentale di W. James è il monumentale
PRINCIPI di PSICOLOGIA .
Di
salute cagionevole o incline alla depressione, scrive Le varietà dell’esperienza religiosa durante la convalescenza da una malattia che
lo aveva colpito nel 1898. Nell’opera cita il caso di un uomo che riuscì a
salvarsi dalla follia ancorando la propria mente ad importanti passi della
Bibbia: quell’uomo, che James chiama “ il corrispondente francese “ era
l’autore stesso. Muore nel 1910
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