Secondo la visione
olistica orientale ogni individuo è un essere vivente che oltre alla struttura
fisica, normalmente percepita, è composto dai recettori e scambiatori di
energia sottile (chakra) dai circuiti energetici (i meridiani, i/le nadi, ecc...), attraverso i quali scorre
l’energia vitale e da campi elettromagnetici (le aure, i corpi sottili e i
campi morfogenetici) che compenetrano e circondano tutte le forme viventi.
Ognuno di essi possiede una diversa densità caratterizzata da una specifica
velocità vibratoria, i più conosciuti sono il corpo doppio o astrale, quello
eterico che circonda e compenetra quello fisico e i “campi ricordi” che
contengono e trasmettono informazioni sia sulla propria specie che sul proprio
sistema familiare .
Il singolo
individuo è un microcosmo che rispecchia il macrocosmo o gruppo di
appartenenza, la famiglia e la società, che sono di fatto un sistema
ossia, un complesso di elementi che interagiscono tra di loro.
La teoria sistemica
nacque tra il 1940 e il 1950 da un gruppo di studiosi tra cui matematici,
fisici ed ingegneri. Per "sistema" si intende una unità intera e
unica che consiste di parti in relazione tra loro, tale che l'intero risulti
diverso dalla semplice somma delle parti e qualsiasi cambiamento in una di
queste parti influenzi la globalità del sistema stesso.
La teoria
sistemica si occupa di studiare e comprendere le regole strutturali e
funzionali che compongono e regolano ogni sistema.
Norbert
Wiener
trovò che il sistema, che è una banca dati di informazioni delle attività passate, usa la comunicazione tra le varie parti per funzionare, autoregolarsi e sopravvivere inoltre, l’informazione riguardante i risultati delle attività passate vanno ad influenzare il futuro. Questo processo si chiama di retroazione autocorrettiva e lo stesso Wiener denominò l’investigazione scientifica dei fenomeni autocorrettivi CIBERNETICA (dal greco Kybernetes timoniere, pilota), che comprende quindi lo studio di autoregolazione, auto-riproduzione, adattamento, elaborazione ed immagazzinamento dell’informazione.
trovò che il sistema, che è una banca dati di informazioni delle attività passate, usa la comunicazione tra le varie parti per funzionare, autoregolarsi e sopravvivere inoltre, l’informazione riguardante i risultati delle attività passate vanno ad influenzare il futuro. Questo processo si chiama di retroazione autocorrettiva e lo stesso Wiener denominò l’investigazione scientifica dei fenomeni autocorrettivi CIBERNETICA (dal greco Kybernetes timoniere, pilota), che comprende quindi lo studio di autoregolazione, auto-riproduzione, adattamento, elaborazione ed immagazzinamento dell’informazione.
Gregory Bateson
venne a contatto con il pensiero cibernetico e pensò immediatamente che potesse essere applicato per descrivere le interazioni umane. Essendo un antropologo, desiderava riuscire a spiegare che sia l’uniformità che la variabilità dei comportamenti umani nelle diverse culture sono governati da regole ben precise.
Rupert Sheldrake venne a contatto con il pensiero cibernetico e pensò immediatamente che potesse essere applicato per descrivere le interazioni umane. Essendo un antropologo, desiderava riuscire a spiegare che sia l’uniformità che la variabilità dei comportamenti umani nelle diverse culture sono governati da regole ben precise.
nella formulazione della
sua controversa teoria sulla "causalità formativa". In essa
ipotizza un Universo non meccanicistico, cioè, non governato da leggi
predittorie dalla Fisica Classica, ma che esse stesse sono
soggette a cambiamenti.
L'idea è che ogni specie di esseri viventi possegga una " memoria
collettiva" a cui ogni componente della specie contribuisca ad accrescere
attraverso le esperienze della propria esistenza quale costante sviluppo della
specie. Ogni membro di ogni specie, attingerebbe quindi a questa "
memoria collettiva della specie " sintonizzandosi " con i membri
passati della specie con una sorta di risonanza fra gli individui e i gruppi della specie (per
esempio i sottogruppi, razze, etnie, gens, famiglie, ecc., nel caso
umano).
Sheldrake avanza l'ipotesi che i "campi ricordi"
non siano effettivamente memorizzati nel cervello, ma piuttosto che vengano
memorizzati in una sorta di " campo di informazioni della specie
" che ne determina le caratteristiche " morfologiche " da
qui il termine campo morfico ,simile
alla " nuvola " del claud computing, a cui si accederebbe mediante il
cervello. Se questo fosse dimostrato, verrebbe confermata la tesi che la coscienza umana, i nostri ricordi personali e il nostro
senso dell'io, sopravvivono alla nostra morte biologica.
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