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sabato 1 dicembre 2012

LE PORTE DELLA PERCEZIONE ( 1954 )


Aldous Huxley (1894-1963)

Un istinto  primordiale comune a  tutti gli esseri viventi è la  sopravvivenza.
Normalmente il nostro cervello funziona  con un “MECCANISMO SELETTIVO”  filtra  le informazioni e privilegia  quelle rilevanti per la “ NOSTRA SOPRAVVIVENZA“. 

Come conseguenza si ha che  il nostro stato mentale è sempre attento a calcolare  velocemente le relazioni tra le cose, misurando, analizzando e valutando tutto  in modo inconscio.
Huxley,  cerca di comprendere quanto questo ci possa RENDERE LIBERI o ci possa IMPRIGIONARE, ma il nostro modo di vedere è influenzato da coloro che hanno la capacità di imporre agli altri la propria visione del mondo e questo porta ad una “ PERCEZIONE UNIFORME DEL MONDO “.
Uno dei percorsi seguiti da Huxley per aggirare le catene della “ CONFORMITA' PERCETTIVA”  è stato lo studio degli "stati mentali" di mistici o religiosi che con le loro esperienze di “stati elevati della coscienza” hanno portato la coscienza umana ad un altro e più alto livello.
Il libro si apre con la frase di William Blake
“ se le porte della percezione venissero pulite  e purificate  tutto apparirebbe all’uomo come è , Infinito”  

Huxley desidera  avere almeno un assaggio degli stati elevati di coscienza descritti da  visionari come Blake,  Swedenborg o i mistici orientali.
Nella mescalina trovò una possibile scorciatoia per aprire le porte della percezione. 
La mescalina è un estratto della radice del peyote, un cactus messicano che da tempi immemori viene mangiato e venerato dalle popolazioni locali grazie alle sue proprietà enteogene.
La sostanza, che al tempo non era proibita, inibisce la produzione degli enzimi che regolano la fornitura di glucosio alle cellule cerebrali.
Il libro descrive le esperienze provate. Per Huxley l’esperienza della perdita  del senso di sé fu estremamente liberatoria. Liberandosi temporaneamente dell’ego, riuscì a vedere il VERO MIRACOLO DELLA ESISTENZA, vide che poi ciò che sente l’individuo non è poi così importante, che i pensieri di scarso valore e le pretese che ci riempiono di solito la mente  ammontano a nulla se posti di fronte alla meraviglia dell’essere.

Ma Huxley si reso anche conto che  una apertura della mente causata da sostanze chimiche  può essere solo temporanea , ma non visse per assistere alla rivoluzione degli anni sessanta , periodo in cui questo essenziale ammonimento venne dimenticato.

Il trattato di Huxley  e le innumerevoli conferenze,da lui tenute nel famoso Esalem Institute affascinarono tutta una generazione  e, per quanto quasi casuale,  fu uno dei semi che diedero impulso a un nuovo modo di essere e di vedere le cose.

I Doors, leggende del rock californiano, presero il nome dal trattato di Huxley , come pure la nascita del termine “ potenziale umano “

Il nostro linguaggio ed il nostro modo di percepire la realtà sono stati plasmati dalla necessita di sopravvivenza  e per questo ammette solo una realtà limitata, fa però parte della natura umana  anche il bisogno di trascendere il normale senso del sé e forse, in futuro, le porte della percezione saranno aperte per tutti coloro che desiderano varcarle.

I concetti di Huxley sono stati da spunto a molti approfondimenti  su come liberarci dei condizionamenti della mente che  influiscono sulla nostra libertà di essere, due tra tutti  Ram Dass nel suo “Sii qui ora” del 1971  e Eckhart Tolle “ Il potere di adesso”  1998  

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1 commento:

  1. un solo acido a 21 anni,estate 1989,Roma,agosto.tanto a me non succede.non la perfidia del riflesso del solleone sull'acqua,a me indispetti la strafottenza delle rocce a strapiombo intorno consapevoli della loro eternità.immobili nella loro estatica esistenza,immobile io, lucido all'iperbole.ma libero dal continuo elaborare quotidiano.però perso l'io momentaneamente l'amigdala spruzzava come serpe.attacco di panico.la paura della paura.x sempre

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